Tartarughine d’acqua un adozione consapevole

Le piccole tartarughe d’acqua dolce sono i rettili più facilmente reperibili nei pet shop e, apparentemente, molto facili da allevare.

A cura della Dott.ssa Marta Avanzi Medico Veterinario Associazione Animali Esotici Onlus www.aaeonlus.org

Spesso vengono vendute con una vaschetta di plastica e un barattolo di gamberetti secchi, con l’assicurazione che tutto ciò di cui avranno bisogno per vivere bene è un cambio periodico dell’acqua. La realtà è completamente diversa, scopriamo perché.

Piccole tartarughe crescono

La prima cosa da sapere è che le piccole tartarughe sono…dei neonati. Molti le acquistano credendo che 3-4 cm sia la loro taglia definitiva, in realtà si tratta di piccoli usciti da poco dall’uovo. Gli adulti raggiungono i 25-40 cm,
secondo la sottospecie e il sesso, e crescono in fretta.

È evidente che la vaschetta di plastica, già inadatta in partenza come sistemazione, diventerà in poco tempo insufficiente a contenere l’animale. La premessa indispensabile per procedere all’acquisto è quindi di poter allestire una vasca adeguata (cosa che comporta una certa spesa e tempo per gestirla), ma solo finché la tartaruga non raggiungerà i 10 cm di lunghezza. Dopo, qualunque vasca sarà troppo piccola, e l’animale andrà trasferito in un laghetto esterno.

L’ambiente giusto

Per allevare correttamente le piccole tartarughe occorre una vasca dotata di una zona emersa, detta acquaterrario. La profondità dell’acqua deve essere superiore a quella della lunghezza del rettile, in modo che possa nuotare comodamente. Una rampa deve dare facile accesso a una zona emersa, riscaldata da una lampada che crei una temperatura di circa 30°C, da spegnere di notte.

L’acqua deve avere una temperatura di 22-25°C, mantenuta tramite un riscaldatore dotato di termostato. Sul fondo è preferibile non mettere ghiaia o sassi, che complicano la pulizia e rischiano di essere ingoiati dal rettile, ma lasciare eventualmente dei pezzi di cortecce o legni decorativi. Qualche pianta acquatica può fornire nascondigli di cui il rettile ha bisogno per sentirsi al sicuro.

Le tartarughe d’acqua dolce possono superare i 30 anni di vita: prendersene cura è quindi un impegno a lungo termine.

A prova di fuga

Poiché l’igiene dell’acqua è fondamentale per prevenire problemi di salute, l’acqua va mantenuta pulita con l’utilizzo di filtri potenti. La gestione di un acquaterrario ben fatto non è semplice per i principianti, che dovrebbero affidarsi almeno inizialmente a personale esperto.

Il laghetto esterno richiede egualmente l’assistenza di esperti per essere allestito, perché anche qui l’igiene dell’acqua è essenziale. Il laghetto e la zona emersa circostante devono essere circondati da una recinzione a prova di fuga, a pareti lisce: non si deve sottovalutare la capacità di questi rettili di arrampicarsi e fuggire.

I gamberetti non bastano

L’alimentazione basata solo sui gamberetti essiccati causa la morte delle tartarughine entro il primo anno di età. Questo alimento è, infatti, privo di vitamina A, la cui carenza causa cecità e danni agli organi interni. Dopo qualche mese di alimentazione a soli gamberetti, la povera tartarughina chiude gli occhi, resta inerte e muore lentamente di inedia. Una dieta salutare deve essere variata e completa, come gli alimenti in palline o in stick, che comprendono tutto il necessario. Man mano che le tartarughine crescono si devono offrire anche vegetali, come zucchine e carote grattugiate, insalate e radicchio a striscioline, pezzettini di frutta.

Una scelta consapevole

Le tartarughe d’acqua dolce, se ben tenute, possono superare i 30 anni di vita: prendersene cura è quindi un impegno a lungo termine. Come tutti gli animali, meritano rispetto e considerazione: se non è possibile offrire loro un ambiente adatto, è meglio rinunciare all’acquisto. Pensare di risolvere il problema di una tartaruga divenuta ingombrante e troppo impegnativa liberandola da qualche parte non solo è irresponsabile e crudele, ma anche
illegale. Se non si riesce a trovare nessuno disposto ad adottarla, ci si può rivolgere alle associazioni come la AAE, perché le accolgano in un ambiente idoneo.

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