La vasca di quarantena per i Discus

La quarantena è una misura indispensabile se prevediamo nuovi arrivi nel nostro acquario. Le vasche da quarantena devono essere situate ad una certa distanza dalle altre vasche, meglio se in locali diversi.

A cura di TOMMASO ARICÒ – Acquariofilia Italia – acquariofiliaitalia.it

Che tipo di vasche usare per la quarantena

Non occorre che siano grandi ma dovranno avere dimensioni tali da poter ospitare i pesci che abbiamo acquistato.

Sarà sufficiente un semplice acquario con un’attrezzatura di base che sia in grado di ospitare i pesci per un periodo di alcune settimane. L’attrezzatura tecnica, i retini, i tubi, i sifoni e quant’altro utilizzato per la manutenzione non dovranno essere utilizzati per le altre vasche senza una preventiva sterilizzazione.

Gli esemplari di Discus selvatici richiedono quattro settimane di quarantena, mentre gli ibridi, specie se di provenienza dubbia asiatica, almeno sei. In quarantena il materiale decorativo non è necessario così come il materiale di fondo, ciò serve per agevolare la pulizia e per evitare interferenze nell’ eventuale utilizzo di sostanze curative.

La mancanza di sabbia ci permette inoltre di osservare le feci, che sono un indicatore dello stato di salute dei pesci (feci filamentose indicano la presenza di flagellati o vermi intestinali).

Terapia termica

Di fondamentale importanza sono anche la facilità di impostazione della terapia termica (con termostati di precisione e riscaldatori) e la possibilità di buona areazione, che è utile durante la somministrazione di molti farmaci.

Il filtro può essere sia meccanico sia biologico, attrezzato con una pompa di portata doppia rispetto alla capacità della vasca (ad esempio: 450 litri in una vasca da 200 litri). Il materiale per il prefiltraggio (lana di perlon) deve essere pulito e lavato possibilmente almeno una volta al giorno.

L’utilizzo del carbone attivo deve essere limitato: questo va aggiunto esclusivamente dopo ogni trattamento terapeutico e rimosso prima possibile, combinando la rimozione con cambi d’acqua almeno del 30 %.

Trattamenti mirati

Durante la quarantena la temperatura va regolata in base al trattamento che intendiamo fare o a seconda del patogeno che vogliamo monitorare.
Di solito la temperatura è impostata intorno ai 30 gradi ma per pesci appena importati e acclimatati da poche ore possiamo far scendere la temperatura intorno a 26-27 gradi per limitare al massimo la proliferazione batterica e aumentare la concentrazione di ossigeno.

Il livello normale di temperatura può essere ripristinato in 3 o 4 giorni dall’immissione dei nuovi pesci nella vasca da quarantena.
Se vogliamo invece effettuare trattamenti terapeutici contro parassiti termo sensibili quali la Costia, possiamo tranquillamente aumentare la temperatura fino a 33 gradi. Lo stesso trattamento è efficace per i trattamenti contro i Flagellati intestinali come lo Spironucleus.

Teniamoli d’occhio

Da monitorare infine continuamente i composti azotati, in particolare i Nitriti, dopo ogni trattamento terapeutico perché certe sostanze curative possono uccidere la flora batterica del filtro interrompendo il ciclo dell’azoto.

A questo punto non ci rimane altro che osservare attentamente i nuovi arrivi ed annotare ogni variazione di comportamento, alimentare i pesci con mangimi poco inquinanti (da evitare il pastone) come larve rosse surgelate o mangimi granulari.

Prevenire è meglio

Se non siamo sicuri della salute dei nostri pesci è consigliabile effettuare trattamenti profilattici, che vanno effettuati secondo un preciso protocollo e seguendo scrupolosamente i dosaggi dei vari medicinali.

Si inizia prima con i trattamenti per pelle e branchie (ectoparassiti) e poi si passa successivamente a vermi intestinali e flagellati. Di importanza primaria è abbinare anche l’utilizzo di un antibiotico a largo spettro quale può essere un Furanico onde prevenire infezioni secondarie.

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