I parassiti esterni dei pesci

Acquario d’acqua dolce tropicale, tutto ciò che c’è da sapere sui parassiti dei pesci d’acquario.

A cura del Dott. ALESSIO ARBUATTI – Medico Veterinario

I pesci d’acquario e i parassiti esterni

Cosi come tutti gli animali da compagnia presenti nelle nostre case, possono essere colpiti da ectoparassitosi, patologie caratterizzate dalla presenza di parassiti esterni sulla superficie corporea, logicamente nei pesci non troveremo zecche o pulci ma microrganismi che possono causare fenomeni estremamente differenti, fino a morie di massa nelle vasche.

Diversi sono i parassiti esterni che possono essere ritrovati sui pesci, molti di questi diventano particolarmente pericolosi  quando gli animali sono sottoposti a stress di qualsiasi natura: chimica, fisica o biologica.
Purtroppo alla base della presenza di questi parassiti negli acquari, vi è, spesso, una scorretta gestione dell’animale nelle fasi precedenti alla commer-cializzazione nei negozi.

Infatti l’origine frequente è da ricondursi alle vasche dei negozianti o, ancor pri-ma, a quelle degli impor-tatori. Altre volte questi batteri possono giungere negli acquari casalinghi anche in seguito all’introduzione di piante, o persino di piccolissime quantità di acqua contaminata.

Per questo motivo bisognerebbe sempre valutare l’igiene delle vasche di vendita e scegliere solo negozianti con pesci correttamente quarantenati.
Iniziamo la nostra carrellata in questo microscopico mondo!

Ichthyophthirius multifiliis: il parassita dei pesci

Questo piccolo parassita dal nome complesso altro non è che l’agente della temuta “Malattia dei puntini bianchi” che appare sia a livello di pinne che di intera superficie corporea come una serie diffusa di piccoli puntini bianchi più o meno che, man mano, possono ricoprire buona parte dell’animale.

Tale parassita ha un ciclo particolare che si compone di una fase sul corpo del pesce, una seconda sul fondo della vasca, con conseguente formazione di nuovi soggetti (Teronti) pronti per infettare nuovi soggetti.

Il pesce spesso mostra anche una respirazione difficoltosa, lo sfregamento contro il fondo. La cura si basa su una tempestivo trattamento dell’acqua con appositi prodotti per ectoparassiti dei pesci nor-malmente disponibili in commercio, unendo la sifonatura del fondo ed innalzando la temperatura sui 30-32 gradi poiché il parassita è sensibile al calore.

Quest’ultima operazione può comportare la morte di alcuni pesci a causa dello stress termico ed alle loro precedenti condizioni fisiologiche, patologiche e parafisiologiche.

La costiasi: una malattia dei pesci

Questa malattia è causata da un Flagellato: Ichthyobodo nacator, per molto tempo noto ai più come Costia necatrix. I soggetti colpiti mostrano una serie di segni tra i quali la difficoltà respiratoria, il deperimento organico, l’aumento di mortalità tra i giovani e la comparsa di una sottile “pannosità” superficiale, spesso meglio visibile guardando l’animale da diverse angolazioni, causata dall’aumento della secrezione di muco cutaneo (primo sistema difensivo dei pesci).

Molto spesso la patologia causa gravi segni clinici poiché è spesso affiancata da infezioni batteriche secondarie con conseguenti fenomeni di necrosi superficiale. Anche in questo caso vi sono in commercio prodotti medicamentosi idonei al trattamento, purchè iniziato nelle fasi iniziali.

Oodinosi

Anche in questo caso l’agente della malattia è causata da Flagellati, nello specifico Oodinium pillularis nei pesci d’acqua dolce, un parassita che può compiere l’interno ciclo in acquario, infatti le cellule di Oodinuium presenti sulla cute e che sono sufficientemente grandi si distaccano dal pesce cadendo sul fondo ed iniziando la divisione, dalle cellule figlie si sviluppano nuovi organismi flagellati pronti per aggredire altri pesci le dinospore che si formano possono vivere, lontane dal pesce, in acqua libera, soltanto per 24 ore.

A livello superficiale il pesce mostra delle piccole lesioni simili a tanti piccoli granuli di polvere, che danno un aspetto simile al velluto, infatti è definita Velvet disease dagli anglosassoni, unitamente ad una sintomatologia che si caratterizza per segni sistemici comuni a quelli già citati. L’infezione può durare a lungo causando la perdita di brandelli di pelle e la conseguente morte dell’animale.

Esistono numerosi altri ectoparassiti nei pesci d’acquario tra questi: Chilodonella sp. con le lesioni cuoriformi, Trichodina sp. che da molti non è considerato un vero e proprio parassita, i flagellati branchiali come  Cryptobia branchialis e per ultimi, ma non per ordine d’importanza i parassiti del Genere Argulus, visibili ad occhio nudo sul corpo dell’animale.

Per questo motivo bisogna sempre porre la massima attenzione alla prevenzione evitando l’introduzione di acqua di origine diversa da quella che si utilizza normalmente e mantenendo sempre ottimali le condizioni chimico/fisico/biologiche della vasca per evitare stress ai pesci ospitati poiché spesso forme latenti di parassitosi riescono a provocare malattia in seguito a stress.

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