Laghetto: il bello del giardino

Il prato è tenero e rigoglioso, l’acqua è ferma o appena increspata da un filo di vento.

a cura di ANGELICA D’AGLIANO

Il lago da giardino un piccolo mondo

Eccoci qui, sulle rive di un altro mondo nel quale si rispecchia il cielo. Le piante sommerse, le diverse varietà di nelumbo (fiore di loto), le ninfee, le piante palustri. E poi i pesci, dallo storione al pesce persico, per arrivare alle belle carpe giapponesi.

Tutto questo è il lago “da giardino”, quel piccolo mondo che si trova sempre a metà fra artificio e natura, fra arredo e paesaggio. Che non si capisce mai da chi sia stato creato, se davvero abbia visto la luce per mano umana, o se invece non sia nato da sé, per una fortunata genesi della quale nessuno può conoscere l’origine.

Un ambiente ospitale

Un laghetto ben riuscito è un miracolo di bellezza dove si scorge molto difficilmente la mano dell’uomo. Tuttavia il mantenimento di questo ambiente richiede molte cure e dedizione. In generale si può dire che i kit prefabbricati per costruire il proprio laghetto artificiale permettono di ricavare un piccolo spazio lacustre anche in giardini molto piccoli.

Di solito si tratta di un’attrezzatura comprendente, tra l’altro, una vasca più o meno capiente di materiale tipo vetroresina. Questa soluzione è molto comoda per i piccoli spazi, tuttavia vale sempre la regola d’oro che più il laghetto è grande e meglio è.

I litraggi elevati consentono infatti all’acqua di mantenersi pulita e inoltre permettono di ospitare molte piante, indispensabili per l’equilibrio dell’ecosistema laghetto.

Flora…

Ecco alcune delle piante più gettonate per la buona riuscita di un laghetto. Ninfee: sono le piante acquatiche per antonomasia. Ne esistono davvero moltissime specie.Loto:è una pianta originaria dell’oriente, ma che ormai troviamo con molta facilità anche in Italia.

Piante palustri

Le palustri sono piante che vivono in zone umide oppure immerse in pochi centimetri d’acqua. Le piante palustri si differenziano dalle galleggianti in quanto queste ultime vivono galleggiando, appunto, sulla superficie dell’acqua.

Tanto per citare qualche nome fra le piante galleggianti ricordiamo: Azzolla caroliniana, Callitriche palustris,  Eichhornia crassipes, Ranunculus aquatilis, Urticularia vulgaris. Le piante sommerse, come dice il nome, vivono del tutto immerse in acqua. Queste piante sono molto importanti, perché permettono l’ossigenazione dell’acqua.

I BIOFILTRI PER IL LAGHETTO

I biofiltri per laghetto sono da acquistarsi in relazione alle dimensioni del nostro specchio d’acqua. L’ideale sarebbe dotarsi di un sistema completo, capace cioè di depurare l’acqua meccanicamente e biologicamente. I filtri possono essere messi in funzione da una pompa (anch’essa proporzionata al litraggio del laghetto).

Prima della messa in funzione e dopo ogni pulizia del filtro è importante attivare il materiale filtrante con dei prodotti specifici. In generale, più un laghetto è grande, meno problemi darà la pulizia dell’acqua. I laghetti con Koi, a partire da 10mila litri di capacità, possono vantare una manutenzione piuttosto facile.

… e fauna

Sono davvero moltissime le specie d’acqua dolce che possono essere allevate nei laghetti. Qualche esempio? Storione, Leucisco, Ghiozzo, Alburno, Carassio, Trota, Salmerino, Luccio, Cavedano, Vairone, Sanguinerola, Scardola, Tinca, Gobione, Barbo, Pesce persico, Sandra, Persico trota, Persico sole, Gambusia Cobite, Pesce rosso, Carpa, Carpa cinese, Siluro, Pesce gatto, Anguilla, Koi (Carpe giapponesi).

Queste sono solo alcune delle specie più diffuse e apprezzate dagli amanti dei laghetti. Sebbene in molti casi si tratti di animali rustici, non dobbiamo dimenticarci  che qualsiasi ospite sceglieremo avrà bisogno di cure specifiche.

Anche se i pesci del laghetto vivono all’aria aperta non vuol dire infatti che possiamo dimenticarci di accudirli e prenderci cura di loro! Per questo i neofiti dovranno orientarsi su specie rustiche, e, se possibile, dovranno essere seguiti da un veterinario esperto o comunque da una persona già pratica dell’ “universo laghetto”.

Acqua chiara

Un’acqua limpida è il primo indizio di un laghetto biologicamente “pulito” e in buona salute. Questo parametro, infatti, è molto importante per la vita di animali e piante ospiti. Dato che il laghetto è realizzato all’aria aperta, i parametri chimici dell’acqua variano continuamente: l’insolazione, la pioggia e il materiale organico (come foglie o altri resti vegetali) che possono cadere nel laghetto contribuiscono a aumentarne l’instabilità.

Quando le risorse naturali del laghetto non riescono più a riportare nella norma i valori dell’acqua, si cade in una situazione di squilibrio che si manifesta con una forte crescita delle alghe e conseguenti danni a flora e fauna acquatica. Per non parlare degli effetti estetici, disastrosi. In questi casi, non resta che correre ai ripari usando biocondizionatori e filtri che permettono di compensare gli squilibri, restituire la bellezza perduta e gestire il laghetto secondo principi naturali.

Lotta alle alghe

Per mantenere l’acqua limpida e al contempo garantire la salute dei pesci ci sono molti prodotti studiati apposta per il laghetto.
Le sostanze aggreganti eliminano le alghe in sospensione e le impurità sempre presenti nell’acqua, oltre ad avere un ottimo effetto sui componenti nocivi contenuti solitamente nell’acqua del rubinetto (come il cloro e i sali disciolti).

Altri prodotti, a base per lo più di acidi umici, riescono a evitare la formazione delle alghe, e mantenere in questo modo l’acqua limpida fin da subito e per molto tempo. Molte preparazioni hanno anche una funzione protettiva nei confronti delle delicate mucose dei pesci.

Flora batterica… acquatica

Una delle armi migliori per la pulizia dell’acqua nel laghetto sono i filtri biologici. Grazie all’azione di speciali batteri depuranti possono essere eliminate con successo una grande varietà di sostanze nocive.

Col tempo nel nostro laghetto si creerà una naturale flora batterica capace di smaltire le sostanze contenute nell’acqua del rubinetto e nell’acqua piovana (si pensi alla nocività del cloro o del rame!), che spesso si rivelano aggressive per la fauna acquatica.

Koi pesci

Koi è per sempre

Originaria del Giappone, la carpa Koi assomiglia a un grosso pesce rosso. Simbolo di coraggio, perseveranza e determinazione, la carpa giapponese è stata selezionata per essere guardata dall’altro, mentre nuota con la sua innata eleganza nelle acque calme di un laghetto (che dovrà essere per forza di grandi dimensioni).

Attualmente una delle realtà maggiori per l’allevamento di carpe koi e produzione di ninfee si trova in Israele. Si tratta di un’attività nata da un antico kibbutz, fondato negli anni Trenta da un gruppo di giovani tedeschi, che oggi utilizza macchinari d’avanguardia ed esporta specie ornamentali in tutto il pianeta. Per molti appassionati un laghetto non è un laghetto se non ospita almeno un esemplare di carpa Koi, la splendida carpa giapponese.

Anche se si tratta di una specie rustica, questo animale presenta comunque alcune esigenze specifiche. Tanto per cominciare, date le dimensioni (possono anche superare il metro di lunghezza), le Koi necessitano di molto spazio: una Koi lunga mezzo metro ha bisogno di un metro cubo (1000 litri) d’acqua. Per questo motivo i laghetti prefabbricati non sono quasi mai adatti per ospitare carpe giapponesi.

Anti gatto

Altro accorgimento molto importante: i laghetti per le Koi vanno quasi sempre fatti con le rive molto ripide. Questo per evitare brutti incidenti alle carpe, che potrebbero restare imprigionate nelle zone di acqua bassa, riservate alle piante palustri.

Le rive ripide (meglio verticali) sono inoltre preziosi deterrenti nei confronti dei gatti, che, si sa, sono da sempre appassionati pescatori. Riassumendo possiamo quindi dire che il laghetto Koi deve avere una profondità media tra 50 cm e 1 metro. Ricordiamoci che il punto più profondo dovrà essere almeno un metro e mezzo o due.

Per aiutare i pesci a passare l’inverno all’aperto si può ricorrere ad apparecchiature specifiche (è sufficiente mantenere l’acqua a una temperatura costante di 20 °C). Nel laghetto riscaldato i pesci sono attivi per tutto l’anno (devono essere alimentati regolarmente!).

Serre

Come alternativa al riscaldamento si possono usare coperture come quelle delle serre. Il materiale coprente dovrà comunque permettere il ricambio dell’aria. Anche in questo caso i pesci non attraversano la fase di riposo invernale (non è un problema, le koi non ne hanno bisogno) e restano attivi fino alla primavera successiva.

Le carpe giapponesi consumano più ossigeno rispetto a molti altri pesci. Per questo il loro allevamento dovrà tenere conto di alcuni accorgimenti importanti.Per prima cosa, nell’acqua del laghetto non dovranno cadere foglie morte o altri detriti. Il materiale vegetale che marcisce infatti consuma molto ossigeno (che poi manca ai pesci). Inoltre: se la temperatura è alta diminuisce l’ossigeno disciolto in acqua, e per di più le Koi consumano più ossigeno per la digestione.

Nel laghetto koi dovrebbero esserci pochi pesci. Prima di introdurre i pesci bisognerebbe valutare anche le loro dimensioni una volta adulti. Inoltre i pesci dovrebbero essere alimentati con parsimonia: il cibo non consumato, infatti, inquina l’acqua e favorisce una crescita eccessiva delle alghe.

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