Gli avvelenamenti nei pesci in acquario

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avvelenamento dei pesci in acquario

Le malattie e avvelenamenti più caratteristici per i pesci in acquario non sono quelle dovute a batteri, parassiti e virus, ma le patologie causate dalle condizioni ambientali della vasca; e, di conseguenza, dalle sostanze che possono ritrovarsi disciolte in questa.

A cura del Dott.re ALESSIO ARBUATTI – Medico Veterinario

Acque pericolose per avvelenamenti dei pesci in acquario “Intossicati…”

La prima sostanza che può avvelenare i nostri pesci è l’anidride carbonica (CO2). L’avvelenamento da anidride carbonica non è uno dei più frequenti ma è possibile specialmente se si regola in maniera sbagliata l’impianto di diffusione di anidride carbonica per la fertilizzazione delle piante.

… e asfissiati

Va detto che la diffusione della CO2 deve essere decisa in base al pH e KH dell’acqua della vasca. In questi casi, in genere, l’avvelenamento è acuto e i pesci manifestano agitazione, alterazione del movimento, aumento della
frequenza respiratoria e morte per asfissia, spesso nel giro di pochi minuti.

La flora giusta per la fauna

Ben più comuni sono gli avvelenamenti dei pesci in acquario sono dovuti all’accumulo in acqua di sostanze derivate dall’ammoniaca che si chiamano cataboliti azotati.

Per evitare questo fenomeno è importante che ci sia una corretta flora batterica che permetta la trasformazione dell’ammoniaca in nitriti e successivamente in nitrati; questo infatti rende meno tossici i composti che altrimenti sarebbero nocivi per i pesci.

Infettati

L’avvelenamento da ammoniaca si caratterizza poiché si ha un coinvolgimento delle branchie che diventano più grandi del normale; le lamelle vanno incontro a necrosi e degenerazione, lesioni simili si riscontrano sulla cute e sulle pinne. Nelle forme croniche appaiono anche alterazioni nervose e nel movimento dell’animale, che favoriscono infezioni batteriche.

Senz’aria

I nitriti sono composti intermedi nel ciclo dell’azoto più tossici e stabili dell’ammoniaca e possono causare gravi fenomeni di avvelenamento nei pesci, qualora non venissero trasformati in nitrati, meno tossici. Gli avvelenamenti da nitriti, i cui valori limite in acquari d’acqua dolce sono x > 0,1 mg/l diminuiscono la capacità del sangue di legare l’ossigeno. Di conseguenza si ha un’ipossigenazione dei tessuti.

Bluastri

Il pesce avvelenato manifesta modificazione della respirazione e mucose bluastre. Il soggetto può essere trattato con blu di metilene purché l’avvelenamento non sia in fase avanzata. Diverso è invece il discorso per i nitrati che provocano sintomatologia solamente a concentrazioni superiori ai 50 Mg/Lt. E che sono generalmente meglio tollerati dai pesci in
acquario.

Rubinetti pericolosi

Vi è poi un’altra categoria di avvelenamenti causata da metalli pesanti. È noto che l’acqua di rubinetto può contenere tracce di sostanze dannose per la salute dei pesci e della flora batterica del filtro in acquario, come ad esempio il Cloro e i metalli pesanti.

Respirazione difficile

L’avvelenamento da cloro provoca lesioni alle branchie; esse subiscono danni che comportano modificazione della frequenza e della funzionalità respiratoria dell’animale, che va spesso incontro a morte. Se per i cambi
parziali si utilizza acqua di rubinetto, sarebbe bene servirsi di prodotti che in gergo vengono definiti: biocondizionatori.

Toccasana

I biocondizionatori sono essenzialmente dei liquidi che uniscono due aspetti fondamentali per il benessere dei pesci: da un lato bloccano le sostanze nocive provenienti dall’acquedotto, dall’altro arricchiscono l’acqua di oligoelementi essenziali.

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