L’uso degli antibiotici neglu uccelli

Anche negli uccelli ornamentali gli antibiotici rappresentano un’arma essenziale per combattere numerose malattie, ma spesso sono impiegati in modo non corretto. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.

Dott. GINO CONZO – Medico Veterinario Specialista in Patologia Aviare

Antibiotici negli uccelli: quale scegliere?

Gli antibiotici sono attivi verso batteri, funghi (in questo caso sono chiamati “antimicotici”) ed alcuni parassiti (Protozoi); non sono attivi verso i virus e non svolgono azione preventiva nei confronti di alcuna malattia. Quindi non ha alcun senso la pratica comune a molti allevatori di uccelli di trattare ciclicamente con antibiotici per prevenire future malattie in allevamento.

Alcuni antibiotici sono attivi contro numerosi microrganismi e sono definiti, per questo motivo, “ad ampio spettro”, al contrario di altri che svolgono un’azione antimicrobica selettiva verso determinati germi patogeni. 

Cosa fare prima di somministrare un antibiotico ad un uccello

Perché un trattamento antimicrobico abbia successo occorre che sia stata eseguita una diagnosi certa di malattia che non può basarsi unicamente sull’osservazione dei sintomi mostrati dai volatili, spesso molto simili in patologie profondamente diverse. Gli esami di laboratorio, quindi, sono fondamentali nella diagnostica. L’antibiogramma è il test che ci permette di individuare l’antibiotico più efficace contro il germe responsabile della malattia.

Somministrazione antibiotici: istruzioni per l’uso

Come per altri animali anche negli uccelli è possibile somministrare i farmaci attraverso varie vie: orale, sottocutanea, intramuscolare, topica o endovenosa. La scelta della via migliore da utilizzare dipende da vari fattori – per esempio dimensione del soggetto, gravità della malattia, capacità del proprietario nell’eseguire la terapia – così come dal tipo di farmaco.

Alcuni antibiotici, infatti, non sono assorbiti dal sistema digerente mentre altri possono talora risultare tossici se somministrati in vie differenti da quella orale. Nel trattamento delle malattie respiratorie degli uccelli può giovare molto l’aerosolterapia che permette ai medicinali di raggiungere rapidamente le complesse strutture dell’apparato respiratorio aviare.

Quando è necessario trattare un numero elevato di soggetti può essere più conveniente porre l’antibiotico nell’acqua da bere o nel cibo. Il dosaggio del farmaco sarà meno preciso, ma permetterà di trattare tutti i volatili riducendo lo stress di continue catture degli animali in gabbie o voliere.

Antibiotici agli uccelli: occhio al dosaggio

Gli uccelli ornamentali hanno un metabolismo più elevato della maggior parte dei mammiferi per cui la dose dei farmaci, in rapporto al peso corporeo, in questi animali è spesso più elevata di quella necessaria per l’uomo o per altri mammiferi.
Occorre sottolineare che l’antibiotico deve essere somministrato a pieno dosaggio e per un sufficiente periodo di tempo (in media 7 giorni).
D’altro canto i dosaggi troppo elevati espongono i volatili all’azione tossica del farmaco, mentre trattamenti troppo prolungati alterano la microflora intestinale favorendo la moltiplicazione di miceti o di batteri opportunisti dotati di spiccata resistenza antibiotica come, ad esempio, lo Pseudomonas.

Resistenti

Sfortunatamente all’azione antimicrobica degli antibiotici i batteri oppongono spesso una resistenza specifica attraverso continue modifiche del proprio patrimonio genetico per contrastare i vari meccanismi d’azione dei farmaci. Tale resistenza (indotta spesso dal cattivo impiego degli antibiotici stessi) viene rapidamente trasmessa dai batteri, con diversi meccanismi, alle successive generazioni.

Alcuni ceppi batterici hanno acquisito una resistenza multipla agli antibiotici tale da rendere problematico un adeguato trattamento: è questo il caso, in particolare, di alcuni ceppi di Escherichia coli, responsabile della Colibacillosi. 

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