La riproduzione degli uccelli in cattività

La riproduzione degli uccelli in cattività è una delle esperienze più gratificanti per qualsiasi appassionato ornicoltore (anche amatoriale).

a cura di ANGELICA D’AGLIANO

Ogni strategia è valida

Affinché i nostri sforzi non siano vani è necessario tenere conto di moltissimi fattori come luce, umidità, alimentazione e etologia dei nostri amici pennuti. E per ottenere il successo ogni strategia è buona: perfino ricorrere alla musica…

Giorno e notte

L’attività riproduttiva degli uccelli è un fenomeno molto più complesso di quanto si possa credere. Essa infatti dipende, tra l’altro, da tutta una serie di fattori ambientali che devono essere conosciuti e monitorati attentamente nel caso di volatili allevati in cattività.

Con il termine “fattori ambientali” si intendono tutte le circostanze “esterne” ai nostri amici pennuti (e che dunque dipendono dall’ambiente): la temperatura della voliera, l’alimentazione e l’umidità dell’aria sono un esempio di fattori ambientali.

Nella maggior parte delle specie l’attivazione dell’apparato riproduttivo è stagionale e viene influenzata dalla durata del giorno o, più precisamente, dall’alternanza dei periodi luce con quelli di buio (fenomeno che gli esperti chiamano “fotoperiodo”). Studi fatti su galline e quaglie hanno dimostrato che oltre che la durata, è molto importante anche l’intensità dell’illuminazione nelle voliere.  Determinare artificialmente la durata del giorno può portare a un aumento dell’ovodeposizione.

Calcio

Le esigenze alimentari degli uccelli in riproduzione cambiano rispetto a quando sono in un periodo di riposo sessuale.

Sebbene ogni specie rappresenti un capitolo a sé, possiamo dire che nelle femmine in ovulazione avremo in generale una maggiore richiesta di calcio, che servirà per formare il guscio dell’uovo.

Infine, dovremo considerare che in questo periodo particolare più o meno tutti gli uccelli conoscono un certo aumento del loro fabbisogno energetico abituale.

L’atmosfera giusta

L’ambiente circostante gioca un ruolo di primo piano per dare uno stimolo sessuale adeguato ai nostri amici pennuti. È stato infatti dimostrato che nelle colonie l’inizio dell’attività sessuale da parte degli ospiti è molto influenzato dai richiami e dai versi emessi da tutti gli altri componenti della comunità.

 Il Cardinalino del Venezuela

Questo simpatico uccellino (12cm) originario dell’America del sud, rappresenta uno dei classici casi in cui l’inizio dell’attività riproduttiva può essere monitorato con una corretta gestione dei periodi di luce e di buio nelle voliere. In natura, infatti, il cardalino inizia la riproduzione a inizio estate.

Tuttavia, “giocando” con l’illuminazione (in particolare con le ore di luce messe a disposizione dei volatili), si può anticipare anche di molto la stagione riproduttiva di questi animali.

Dopo una caratteristica cerimonia di corteggiamento (il maschio canta con le ali abbassate fino al posatoio dove si trova la femmina) avviene l’accoppiamento e, nel giro di una settimana, la deposizione delle uova di colore bianco rosato. Dopo dodici giorni circa nascono i pulcini, che verranno accuditi e alimentati da mamma e papà per circa un mese.

Il Diamante coda lunga

Uccellino piuttosto docile, il diamante coda lunga necessita di adeguate integrazioni alimentari durante il periodo riproduttivo. Queste potrebbero essere costituite, ad esempio, da pastone, una buona miscela per esotici, e infine una generosa somministrazione di insetti. La cova dura 13 giorni circa e i piccoli escono dal nido dopo 20-25 giorni.

Il Pappagallino

Si riproduce con facilità sia in gabbia sia in colonia, e inoltre ha la caratteristica di essere un uccello prolifico. Per i pappagallini il periodo della riproduzione deve essere accompagnato da un generoso arricchimento della dieta, che dovrà offrire una buona quantità di vitamine e proteine.

Sì dunque a verdure, lievito di birra, germogli, carne cotta e tritata. In generale affinché la riproduzione in cattività dei pappagallini – dall’accoppiamento dei genitori fino all’autosufficienza dei piccoli – avvenga con successo, dovremo tenere conto, oltre che della dieta dei nostri esemplari, anche dell’igiene dei loro alloggi e della temperatura nelle gabbie e nelle voliere (non deve subire sbalzi!).

Anche se questi uccelli raggiungono la maturità sessuale intorno ai 6-7 mesi, in genere si tende a ritardare il primo accoppiamento intorno all’anno di età, per evitare problemi o danni all’apparato riproduttivo.
Non è raro infatti che in femmine molto giovani si verifichino fenomeni di ritenzione dell’uovo.

Nei pappagallini le uova vengono deposte una al giorno, e si schiudono con la stessa cadenza. Per questo l’incubazione delle uova dura dai 17 ai 22 giorni circa dopo la data della loro deposizione.

Le femmine in ovulazione necessitano di un’integrazione di calcio nella dieta. Le meno esigenti sono le cocorite: al momento della deposizione il loro fabbisogno aggiuntivo di calcio è di appena l’1% della razione.

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