Il bird watching

Il birdwatching è l’hobby di chi si dedica all’osservazione e allo studio degli uccelli allo stato libero.

a cura di ANGELICA D’AGLIANO

Un hobby molto diffuso il bird watching

Questa disciplina è molto diffusa, oltre che in Italia, anche nel resto d’Europa e, oltreoceano, negli Stati Uniti, dove è nota col termine “birding”. Sebbene non si possa definire un vero e proprio “hobby di massa” sono sempre di più le persone affascinate dall’attività di osservazione dei volatili e dalla bellezza della fotografia naturalistica.

I birders, o se preferite birdwatchers, hanno un codice comportamentale molto rigido che mette al primo posto il benessere e il rispetto della natura e, soprattutto, dei volatili.

Ma quali sono i dieci comandamenti del perfetto birder?

Osservare volatili implica, prima di tutto, una buona dose di rispetto per la natura e per l’ambiente. Questo vuol dire che la presenza del birdwatcher non dovrà essere invasiva o provocare disturbo alla fauna circostante.
Abiti comodi e poco vistosi, un contegno quanto più possibile silenzioso e composto sono gli ingredienti essenziali per essere “buoni ospiti” dell’ambiente che ci accoglie.

Dove possibile il birdwatcher cerca di usare capanni e siti in cui può restare “celato” e compiere le sue osservazioni in tranquillità. È importante anche seguire il più possibile i sentieri già tracciati e evitare di inoltrarsi in aree di vegetazione “vergine”: senza rendercene conto, infatti, possiamo disturbare gli animali terrestri ma anche l’avifauna che ci interessa.

Il birdwatching si può fare dappertutto. I posti più belli sono probabilmente le oasi Lipu e WWF, i parchi nazionali e regionali, ma anche le aree protette e le riserve.
 

 E’ permesso?

Scavalcare recinzioni, addentrarsi in aree coltivate o in parchi non pubblici, anche se ai fini di fare osservazioni naturalistiche, può comunque essere considerata una violazione della proprietà privata (perseguibile per legge…).

Non abbiate dunque timore di chiedere il permesso per accedere ad aree private, spiegando le vostre ragioni e soprattutto il vostro hobby. Oltre a fare bella figura coi proprietari sicuramente li incuriosirete e, chissà, magari riuscirete a coinvolgerli nell’affascinante mondo del birdwatching!
Il birdwatcher è sempre consapevole che il suo è molto più di un semplice passatempo: ogni osservazione può essere un contributo importantissimo per la ricerca ornitologica e svariati studi scientifici che potrebbero aver luogo nella zona in cui egli svolge la sua attività.

Per questo è necessario registrare minuziosamente le osservazioni fatte su di un taccuino o (meglio ancora) su supporto informatico.Il buon birder deve avere sempre a cuore l’incolumità degli uccelli. In periodi di caccia o durante le soste migratorie il birdwatcher si guarderà bene dal provocare l’involo degli animali, perché questo li esporrebbe e li affaticherebbe, aumentando così il rischio di cadere preda di uomini o animali, oppure rendendo più difficile il percorso migratorio. 

Tanti appassionati viaggiano in tutto il mondo per coltivare il loro hobby. Le mete più ambite? la colonia di pulcinelle di mare delle isole Westmann (Islanda); il Parco Nazionale di Hortobágy in Ungheria; la regione dei laghi, tra Lahti e Savonlinna, in Finlandia; la foresta del Borneo oppure la spettacolare migrazione delle oche nel Quebec.

bird%20watching%201.jpg

Binocolo essenziale

Anche la distanza a cui avviene l’osservazione ha una certa importanza. Il buon birdwatcher circola sempre armato di binocolo e cannocchiale: questi preziosi strumenti gli permettono di “spiare” da lontano i volatili senza disturbarli, con buona pace dell’avifauna selvatica.

I richiami o i canti registrati devono essere dosati con moderazione: da una parte questi strumenti permettono di attirare i nostri amici pennuti, ma dall’altra possono essere fonte di stress, soprattutto nel periodo riproduttivo.

Meglio andarci piano! Stesso discorso anche per gli scatti fotografici. Immortalare un superbo rapace o qualche aggraziato uccello acquatico è senz’altro una soddisfazione, ma se questo deve arrecare disturbo al volatile, magari provocandone l’involo, meglio desistere.

Se siete in gruppo prima di far involare un uccello per procurarvi una bella foto pensate anche ai vostri compagni: hanno tutto il diritto di fare le loro osservazioni, esattamente come voi. Ricordate sempre che il buon birder non cerca “lo scatto” a tutti i costi!

Guardare e non toccare

I nidi dovrebbero essere sempre considerati inviolabili come templi: non avvicinatevi mai a un sito di nidificazione. Per quanto possa essere grande la tentazione di toccare o fare foto alle uova o ai nidiacei, tenete a mente che molte specie sono particolarmente sensibili al disturbo antropico!

Basta un solo passo falso, anche in buona fede, per creare un vero e proprio disastro! Siate discreti anche nel divulgare l’eventuale posizione di un sito di nidificazione ad altre persone.

Se queste non godono della vostra completa fiducia evitate di rivelare informazioni tanto delicate! Stesso discorso per le specie rare: se pensate di aver avvistato degli uccelli rari ma non ne siete completamente sicuri fatevi aiutare da persone esperte. In ogni caso, però, evitate di diffondere la notizia a persone di non comprovata fiducia.

Dalla loro parte

Spesso i birdwatcher sono anche dei veri e propri paladini della natura. Sì perché amare l’avifauna e osservare con rispetto e passione i volatili significa avere a cuore l’ambiente che li circonda e, con esso, tutte le sue creature, animali o vegetali che siano. Non di rado, quindi, i birder sono anche iscritti ad associazioni animaliste e si battono per il rispetto e la tutela del patrimonio naturalistico locale.

Migrazioni

L’attività di birdwatching si presta molto bene per studiare i movimenti migratori delle varie specie. A questo proposito gli uccelli che osserva il birder possono dividersi in tre categorie. Ci sono i volatili stanziali, che non migrano; quelli migratori, che sono arrivati in un determinato luogo per riprodursi o per sfuggire a condizioni climatiche avverse, e infine quelli “di passo”, che sono in fase di migrazione e che si trovano in quell’area soltanto temporaneamente.

© Riproduzione riservata