Displasia che fare?

Fondamentale è la prevenzione, attraverso la selezione dei riproduttori e la diagnosi radiografica precoce.

Per ANMVI  Dott. MARCO MELOSI e Dott.ssa SILVIA MACELLONI Medici Veterinari

Un esame approfondito

Dobbiamo subito dire che molto dipende dalla precocità della diagnosi e dalla gravità del grado di displasia riscontrata. Importante è anche valutare il livello di artrosi presente a livello dell’articolazione, se è colpito un arto o se risultano colpite più articolazioni, la taglia e l’età del cane, nonché il livello di sofferenza dell’animale e se questo debba svolgere una particolare attività.

La gestione corretta

La displasia può essere affrontata tramite terapia medica o chirurgica.
Si può anche decidere di non intervenire affatto se si ritiene che la patologia non incida in modo evidente sul normale svolgimento delle azioni quotidiane del cane.

E’ comunque sempre importante, una volta diagnosticata, gestire l’animale in modo accorto: un cane con displasia non dovrebbe effettuare salti, corse prolungate o scatti repentini.

Occhio ai gradini

Anche fare le scale non è particolarmente indicato, soprattutto in salita per la displasia d’anca ed in discesa per la displasia di gomito.
Se non è possibile evitarle, si può aiutare il nostro amico sorreggendolo con una pettorina per gli arti anteriori ed una fascia sotto l’addome per gli arti posteriori, in modo che le zampe non siano gravate dal peso dell’animale.

Guardando al futuro

Per quanto riguarda la displasia d’anca, se al controllo radiografico ai tre mesi di vita il cucciolo risulta sano si effettua un controllo dopo l’anno per escludere definitivamente la patologia.

Se invece si notano segni di displasia si può scegliere tra terapia conservativa (accorgimenti per la gestione e terapia medica all’occorrenza) o per un intervento chirurgico che riduca il danno futuro. Anche se la diagnosi avviene quando in articolazione si è già formata artrosi (diagnosi tardiva) si può scegliere tra intervenire chirurgicamente o in modo conservativo.

Estremi rimedi

In genere gli interventi risolutivi sono l’ostectomia della testa del femore (in cani di piccola taglia) o la protesi totale d’anca (tutti i cani, in particolar modo in casi gravi ed in cani di media-grande taglia). Questi interventi, pur necessitando ovviamente di un periodo di recupero più o meno lungo, risolvono il problema del dolore articolare rendendo la vita del cane sicuramente più semplice. Si tende comunque ad effettuare interventi chirurgici laddove il cane manifesti sofferenza.
Un cane non sofferente raramente viene operato.

In alcuni casi possiamo osservare gradi anche piuttosto gravi di displasia in cani che apparentemente non dimostrano sofferenza, mentre in altri casi anche un grado lieve di displasia può causare impedimenti al normale svolgimento della vita quotidiana.

Una lotta contro il tempo

Ancor più che per la displasia d’anca, la diagnosi di displasia di gomito dovrebbe essere effettuata il prima possibile.
Questo perché la displasia di gomito predispone alla formazione precocissima di artrosi e quindi ad invalidità permanente (anche se, come più volte ripetuto, di grado molto variabile).

Una volta effettuata una diagnosi precoce, il cane può essere sottoposto a interventi chirurgici che correggano il difetto di accrescimento delle ossa interessate oppure a interventi di pulizia dell’articolazione. Gli interventi chirurgici, se effettuati tempestivamente, possono ritardare e ridurre la formazione di artrosi e quindi diminuire il grado di invalidità.

La displasia è una patologia di sviluppo: non si manifesta immediatamente dopo la nascita ma nei mesi successivi (dai tre mesi a un anno circa). 

Fans…della salute

La terapia medica di elezione per la displasia è a base di farmaci antinfiammatori, steroidei (cortisone) e non steroidei (i cosiddetti FANS).
Si possono somministrare anche antidolorifici, da soli od in associazione con gli antinfiammatori, o ricorrere a fitofarmaci.

Come supporto in molti ritengono utile la somministrazione di integratori a base di sostanze protettive della cartilagine (in commercio esistono anche formulazioni alimentari già correttamente integrate).
Come abbiamo già detto, è assolutamente da evitare la somministrazione di integratori a base di calcio.

Una marcia in più

Un aiuto alla lotta contro la displasia può derivare dalla fisioterapia, cui si può ricorrere sia nei casi in cui si sia scelta una terapia conservativa, sia prima o dopo un intervento chirurgico. La fisioterapia manuale o strumentale aiuta a mantenere un corretto tono muscolare e una buona mobilità articolare, diminuisce il dolore e permette in genere di ricorrere in modo meno frequente all’utilizzo dei farmaci. Il consiglio che sempre ci sentiamo di dare è quello di rivolgersi comunque al proprio Medico Veterinario che, conoscendovi,  saprà consigliare la strada giusta da intraprendere.

La displasia è una patologia multifattoriale (causata cioè da vari fattori predisponenti che si sommano l’uno con l’altro): per questo è importante la gestione accurata del cucciolo dal punto di vista alimentare, dell’esercizio fisico e dell’attenzione in situazioni come i traumi.

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