Viaggio nel mondo del Grain-Free

È l’argomento che più accende le discussioni sull’alimentazione dei nostri amici a quattro zampe e anima le tastiere degli appassionati nei forum: alimento tradizionale o Grain-Free?

A cura della Dott.ssa SABRINA DOMINIO – Medico Veterinario

Nonostante l’interesse crescente per questo tipo di alimenti, la confusione su cosa siano e a cosa servano è ancora tanta. Onde evitare di incorrere in errori grossolani nella scelta del giusto prodotto per il nostro beniamino, facciamo un po’ di chiarezza.

Grain-Free = più sano?

Il concetto di alimento “Grain-Free” deriva dalla consapevolezza che in natura, il progenitore del cane, ossia il lupo, non si ciba di cereali, ma assume una dieta composta principalmente dalla carne delle proprie prede, unitamente a una piccola parte di vegetali, costituita dal contenuto gastrico degli animali cacciati.

Una dieta che esclude totalmente la presenza di cereali viene considerata quindi più naturale, perché più simile a quello che un canide o un felino mangerebbero in natura, ma anche più salutare, in quanto più adatta alle esigenze dell’apparato digerente di questi carnivori.

Per chi vuole trovare il giusto compromesso fra alimento “tradizionale” e “Grain-Free”, il consiglio è indirizzarsi verso il “Low Grain”, ossia un mangime che contiene percentuali ridotte di cereali, senza escluderli del tutto.

Una digestione difficile

Si tratta di una giusta convinzione? Inparte.

È infatti vero che il pancreas dei nostri amici pelosi, se paragonato al nostro, secerne una quantità nettamente inferiore di amilasi, l’enzima preposto alla digestione degli amidi. D’altro canto, è altrettanto vero che, se in natura un cane e un gatto non potrebbero mai digerire un qualsiasi cereale, il discorso cambia se quest’ultimo viene sottoposto a processi di cottura, che lo rendono perfettamente assimilabile anche dal loro delicato intestino.

Avanzi di cucina? No, grazie

Gli amidi, contenuti nei cibi
commerciali secchi e umidi per cani, vengono sottoposti a processi di trasformazione a temperature e pressioni tali da renderli già praticamente pre-digeriti e quindi non necessitano di grandi quantità di enzimi per completare il processo. Il discorso cambia se i cereali vengono somministrati nella dieta casalinga o, peggio ancora, vengono dati ai nostri animali con gli avanzi della cucina del proprietario.

Oltre a essere inadatti per molteplici ragioni, come l’eccessiva presenza di condimenti e sale, questi ultimi non sono sufficientemente cotti per l’apparato digerente di un carnivoro e risultano quindi indigeribili.

L’intolleranza al glutine è un problema diffuso tra noi esseri umani, ma è praticamente assente nei carnivori, per cui non deve diventare un parametro di scelta o esclusione di un alimento.

Evoluzione della dieta

Un’altra osservazione che non va tralasciata è che il cane non è un lupo. Sicuramente quest’ultimo è il progenitore più stretto, ma secoli di addomesticamento hanno reso il cane differente dal suo cugino selvatico, sia per il comportamento sia per la fisiologia.

Per anni il cane ha dovuto infatti adattarsi al cibo che gli veniva fornito dal proprietario e, in tempi in cui la carne era un lusso anche per l’uomo, spesso la sua dieta era costituita da zuppe e altri alimenti a base di cereali e carboidrati. Poco per volta, il suo organismo si è adattato ed è diventato capace di digerire anche gli amidi.

Questo non significa che il cane debba necessariamente assumere un alimento ricco di cereali, ma smentisce la convinzione che i cereali siano dannosi e contro natura per questo animale.

Un prodotto “Grain-Free” non deve essere confuso con un prodotto senza carboidrati. I carboidrati sono ugualmente presenti, tuttavia non provengono dai classici cereali, ma da altre fonti come lo sciroppo d’acero o la patata.

Grain-Free = senza carboidrati?

Un prodotto “Grain-Free” non deve essere confuso con un prodotto senza carboidrati. I carboidrati sono ugualmente presenti, tuttavia non provengono dai classici cereali, ma da altre fonti come lo sciroppo d’acero o la patata.

Per produrre una crocchetta per cani o gatti, infatti, gli amidi sono necessari, perché fungono da agglomerante per tutti gli altri ingredienti. Senza di essi, la crocchetta diventerebbe troppo friabile e polverosa e si rivelerebbe un prodotto di scarsissima qualità organolettica per i nostri animali.

La giusta misura

Per scegliere la giusta alimentazione del nostro animale, è consigliabile affidarsi al nostro Medico Veterinario di fiducia. Infatti, individuare la giusta dieta, è molto difficile per le numerose alternative offerte dal mercato, ma, in linea generale, i cereali non dovrebbero superare il 50% degli ingredienti contenuti in un alimento per cani adulti e le percentuali suggerite per il gatto sono anche minori. In caso di animali in crescita, gestazione, allattamento o sportivi, inoltre, le quantità di carne dovrebbero notevolmente aumentare.

Alcuni esperti hanno anche ipotizzato che lo sviluppo del diabete felino derivi da un eccessivo apporto dietetico di amidi, che a lungo andare porterebbero a esaurimento le cellule del pancreas.

I punti deboli del Grain-Free

Mentre i prodotti a elevato contenuto di carne possono rappresentare un’ottima soluzione per cuccioli, cani sportivi e femmine in riproduzione, la somministrazione a un soggetto sedentario o con stile di vita tranquillo potrebbe portare a due problemi: la mancanza di sazietà e la tendenza al sovrappeso.

Gli alimenti con pochi cereali, infatti, apportano un’elevata quota energetica in un piccolo volume. I cereali, in effetti, sono degli ottimi “sazianti”, che garantiscono un ottimale riempimento gastrico per diverse ore. Senza di essi, il rischio che il vostro beniamino si senta rapidamente affamato è molto elevato e dovrete essere incorruttibili alle sue richieste di cibo extra.

Al sovrappeso ci si arriva per due ragioni: perché avete ceduto alle richieste di cibo extra o perché non siete stati abbastanza precisi con le dosi. Trattandosi di alimenti molto concentrati e calorici, eccedere di pochi grammi rispetto alle dosi consigliate significa apportare una quantità di energia che rischia di condurre, a lungo andare, all’eccesso di peso.

Gluten-Free, cosa sapere

Oltre alla dicitura Grain-Free, su alcune confezioni di crocchette per cani e gatti compare il claim “Gluten-Free”, che sta a significare che il prodotto non contiene fonti di glutine, la proteina presente in cereali come il frumento, l’avena, il mais e l’orzo; ingredienti che potrebbero causare intolleranze o allergie nei nostri animali.

Esiste, infatti, una patologia simile alla celiachia dell’uomo (intolleranza o allergia al glutine) in alcune razze canine: si tratta dell’Enteropatia da glutine del Setter Irlandese e del Soft Coated Wheaten Terrier.

Esistono dei prodotti per pet “Gluten-Free”. Questa dicitura sta a significare che il prodotto non contiene fonti di glutine come il frumento, l’avena, il mais e l’orzo.

Glutine? No problem

A meno che non ci sia alla base questa rara predisposizione all’intolleranza, il glutine non crea nessun problema a un soggetto che non ne soffre, nemmeno nel lungo periodo. L’intolleranza al glutine è un problema diffuso tra noi esseri umani, ma è poco presente nei nostri amici animali.

Né “sani” né “dannosi”

In conclusione, generalmente non esistano alimenti “sani” o “dannosi” in assoluto: occorre valutare le esigenze del proprio animale, in funzione dello stile di vita, della razza e dello stato di salute.

Per scegliere la corretta alimentazione per il nostro pet, affidiamoci sempre ad un Medico Veterinario esperto in alimentazione. Il Medico, in base alle caratteristiche del nostro animale, sarà ingrado di scegliere e
consigliarci la migliore alimentazione.

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