Gli ectoparassiti in acquario

A chi non è mi capitato, guardando le vasche di un negozio o nel proprio acquario domestico, di vedere piccoli puntini bianchi sul corpo dei pesci, oppure piccole zone opache? 

a cura della redazione

Un fastidio fra le pinne

Certamente, è successo a tutti. Questi sono i segni clinici delle parassitosi esterne, cioè malattie causate da microrganismi parassitari che si insediano  tra le scaglie e sulle pinne dei nostri pesci.

La grande quantità di pesci che vengono annualmente importati o riprodotti negli allevamenti sul nostro territorio ha facilitato la diffusione di queste patologie: non sempre infatti vengono rispettati gli standard sanitari e le quarantene, specialmente per quanto riguarda i soggetti del sud est asiatico o del Sudamerica.

Inoltre, va ricordato che spesso i parassiti esterni hanno cicli vitali veloci e possono essere facilmente veicolati nell’acqua oppure essere ospitati sulla cute di pesci che appaiono in tutto e per tutto sani. Ecco tre dei parassiti che possono essere più facilmente riscontrati nelle vasche domestiche.  

Ecco alcune semplici regole di prevenzione

1 Acquistare solo pesci quarantenati e controllare tutte le vasche del negozio prima di acquistare animali.

2 Avere a disposizione vasche di quarantena anche a casa utilizzabili per valutare l’animale prima di inserirlo in acquario.

3 Evitare di versare nella propria vasca l’acqua proveniente dal negozio o da un altro acquario, poiché questa può essere il mezzo di trasmissione della parassitosi.

4 Utilizzare, qualora possibile, sistemi di sterilizzazione a raggi UV

5 Evitare i possibili fattori di stress che agendo sui pesci possono favorire l’insorgenza di malattie parassitarie manifeste (temperatura, cibo, pulizia, chimica dell’acqua, numero e specie di pesci ospitati).

A pois

Ichthyophthirius multifiliis è l’agente della cosiddetta ” malattia dei puntini bianchi”. Questo patogeno compie tutto il suo ciclo vitale in acquario. Dopo aver attecchito su un soggetto, si localizza tra le scaglie sulle pinne e sulle branchie provocando la comparsa di piccoli puntini bianco/argentati. Le infestazioni gravi possono comportare la morte del soggetto preceduta da un aumento della frequenza respiratoria, sfregamento del corpo sul fondo, aumento della produzione di muco, fino al dimagrimento ed alla morte.   

Termochoc

Questo agente patogeno è sicuramente il più conosciuto in acquariofilia, ma alcuni ceppi stanno acquisendo negli ultimi anni una resistenza nei confronti dei più comuni agenti antiparassitari.

Il trattamento generalmente consiste nella somministrazione di prodotti a base di blu di metilene e verde malachite. Il trattamento completo dovrebbe prevedere anche l’innalzamento della temperatura in acquario fino a 30 gradi per almeno 5 giorni.

Tuttavia questo stress termico può causare la morte di pesci disabilitati, tanto più se ci si trova davanti a pesci d’acqua fredda. Un aiuto meno rischioso può venire da una profonda sifonatura del substrato e pulizia del filtro per eliminare le forme immature che si sedimentano sul fondo.  

Pinne a brandelli

Piscinoodinium pillularis causa la ” malattia del velluto”, una forma molto comune nei pesci d’acqua dolce e marina (ma in quest’ultimo caso l’agente è Amyloodium ocellatum). Piscinoodinium infetta cute e branchie. La sintomatologia caratteristica comporta: lesioni cutanee di aspetto polveroso, vellutato, con distacco di brandelli di pinne e della cute stessa.

Gli animali colpiti si sfregano sul fondo e contro gli oggetti in vasca. Segue alterazione del movimento, inappetenza e morte che, generalmente, avviene in breve tempo. Il trattamento può essere condotto utilizzando prodotti specifici per l’oodinium reperibili in tutti i pet shop.  

Iperbranchie

Ichthyobodo necator è l’agente della costiasi, una malattia parassitaria molto nota nell’acqua dolce che colpisce cute e branchie dei pesci. Queste ultime vanno incontro ad un aumento di volume e produzione di muco che ostacolano la respirazione.

Le lesioni  possono essere contaminate da batteri e infettarsi. Nonostante siano in commercio numerosi prodotti per il trattamento della costiasi, la prevenzione è sempre il punto principale che l’acquariofilo deve controllare. 

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